Olimpia in scena – “Passi di seduzione” non fanno rumore ma possono accecare. Di GIANNI MARIA TESSARI –

ARTE – Gianna Piacentino alla CSA Farm Gallery di Torino di GIANNI MARIA TESSARI     (aprile 2024) Passi di seduzione” non fanno rumore ma possono accecare

Un interessante punto di vista è uscito su “Olimpia in scena” a firma di Gianni Maria Tessari sulla mostra attuale presso CSA Farm Gallery.

“Passi di seduzione” è la mostra che Gianna Piacentino ha inaugurato l’undici aprile nello spazio espositivo CSA Farm Gallery (by Mauricrenaissanceart) Torino con la cura e il testo critico di Marcello Corazzini, e sarà visitabile fino al 4 maggio 2024.

L’artista è da sempre interessata alle dinamiche dell’eros nel suo continuo fluttuare tra gli estremi della sacralità e della carnalità: la mitologia greca ne offre ampi esempi messi in opera soprattutto da eroi e dei che senza troppo ritegno “amano” privi della nostra idea di morale. E non pochi umani, senza essere dei o eroi, si arrogano le stesse facoltà nella nostra epoca: le molte uccisioni di donne sono lì a testimonianza.

Sono umani che confondono la meraviglia della seduzione con un tacito consenso a un oggettuale ed ebete uso e possesso, fino a compiere l’atto di una possibile dismissione dell’oggetto stesso se rifiutati o non soddisfatti. Piacentino, in questo contesto, si sofferma sulla “pura” seduzione; ne indaga l’essenza, il nucleo, in rapporto comunicativo con la sensualità.

Per arrivare al nucleo in questione, adopera un interessante espediente, si concentra e dipinge una particolare immagine del corpo umano femminile, da molti ritenuta estremamente seducente e fortemente erotica: il piede! La sua, è una indagine che si inserisce in una prospettiva, in una visione fortemente concettuale, quasi sfiora un procedimento filosofico-matematico, analizzando una parte per il tutto.

Una scelta, che le permette di interagire, attraverso una sintesi vicina al minimalismo, con il nostro immane immaginario sessuale senza scivolare nel volgare e, nello stesso tempo, senza colmare il suo messaggio socio-artistico con troppi particolari, lasciando così alla nostra immaginazione il conseguente “riempimento” di senso.

Dipinge il piede, ma anche la scarpa che lo contiene, come oggetto finalizzato all’aumento sensibile della seduzione e sensualità di chi lo indossa. Anton Ehrenzweig, nel suo testo “La psicanalisi della percezione nella musica e nelle arti figurative”, ipotizzava con un “volo” un poco fantasioso, che, con il rendersi eretto dell’essere umano, gli indumenti (soprattutto quelli femminili) divennero nel tempo, in molte società, elementi sostitutivi la visione della genitalità femminile.

Senza perdersi nelle pieghe degli studi sulla percezione, è evidente come il modo di “addobbarsi” di noi umani sia oramai diventato un elemento integrante l’essenza, a volte assenza, che ci individua come unici: una seconda pelle. Salvo poi uniformarci, non solo esteticamente, nella dimensione “sicura” di un gruppo, di un clan, di un branco e nella “moda”!

Scrive Marcello Corazzini nel suo breve ma esaustivo testo critico alla mostra: “[…] Gli antropologi esplorano come la seduzione sia stata praticata in diverse società nel corso della storia, analizzando norme sociali, valori culturali e dinamiche di potere che influenzano i comportamenti seduttivi. La seduzione è vista, quindi, come un processo multifattoriale che coinvolge aspetti cognitivi, emotivi e comportamentali, offrendo spunti interessanti per esplorare le relazioni umane e le dinamiche interpersonali […] Il tacco a spillo è da sempre simbolo di seduzione e trasgressione, ed evoca un’immagine di potere e sensualità […]”. 

Ciò che mi ha colpito nelle opere di Gianna Piacentino è il suo rendere l’immagine dei piedi e delle calzature quasi “fredda”; si intuiscono come una parte per il tutto, ma possono essere anche percepiti come “oggetti” separati dal quel tutto che è l’intero corpo femminile. Il particolare per il tutto (o il suo esatto contrario) può assumere così, connotazioni di amplificazione della consapevolezza rispetto alle esistenze al di fuori di noi, o connotazioni restrittive se “privato” della vita che gli appartiene.

Fortemente devitalizzati, anche attraverso l’uso di colori, prevalenti sono le sfumature del bianco con il nero stemprate da lievi apparizioni d’altri colori, gli elementi compositivi le opere di Piacentino, rendono potentemente l’idea della inabilità, soprattutto maschile, a comprendere, in tutte le sue accezioni, una visione olistica, sia materiale che psicologica, delle persone con cui  potremmo interagire: in queste opere, appunto, la donna; ma l’analisi si potrebbe allargare a un concetto più ampio di “genere”.

Il parallelismo con la “visione” specializzata e parcellizzata della realtà nell’epoca contemporanea è un altro elemento che, a mio “vedere”, contrassegna le opere di Gianna Piacentino in questa sua recente esposizione.

Viviamo, quasi tutti noi, in una dimensione globalizzata ma spesso indifferenziata, cognitivamente carente, e allo stesso tempo agiamo in settori così specializzati da renderci ancor più autoreferenziali. Si rischia di perdere il senso empatico con l’altro da sé e con la natura che ci circonda.

Alcuni dipinti dell’artista ritraggono il piede nudo, senza calzatura, quasi un tentativo di recuperare il senso profondo della “carne” viva, ma a fianco troviamo il dipinto della calzatura senza la presenza del piede, che tende a rafforzare, attraverso una identità di peso emotivo tra i due “oggetti”, l’idea di estraneità.

“Questo è un piede?”, “Questo è un sandalo?”, “Questo è un piede avvolto da un sandalo?”, Magritte gongola con il suo “Questa non è una pipa.”, si sviluppa così una relazione seduttiva più riferita all’oggetto che al soggetto.

Mi ripeto, nel contesto una parte del soggetto-oggetto è la donna. Piacentino alla fine ci e si “salva” dall’essere solo oggetti, attraverso la visione d’insieme, le opere esposte nella sua mostra donandoci una piccola spinta verso l’articolazione d’un pensiero respirato: polmoni a fisarmonica e cuore che batte.

Mi sono soffermato in una mia “ri-creazione” particolare e limitata delle opere di Gianna Piacentino sperando sia di stimolo al lettore ad andare a vedere la sua interessante mostra, con lo scopo di “crearsi” una propria interpretazione.

L’artista è nata a Rocchetta Tanaro (AT), vive e lavora a Torino.

Sede espositiva: CSA Farm Gallery (by Mauricrenaissanceart) – Via Vanchiglia 36 – 10124 Torino (IT). Orari: dal 11 Aprile al 4 maggio 2024 dal mercoledì al sabato dalle 16.00 alle 19.30

Info: info@csafarmgallery.it – marcello.corazzini@gmail.com – ph: +39 3397796065   –   gianna.piacentino2@gmail.com

FB: https://fb.me/e/41zsUc3NP Web: https://csafarmgallery.wordpress.com/mostra-in-corso/

in alto – una immagine di alcune opere in mostra    sotto – Untitled, 2010,  piede cm. 30×20, acrilico su tela  a fianco – Untitled, 2010,  piedi, cm. 30×20, acrilico su tela

sotto – Untitled, passi di seduzione, due opere esposte in mostra ognuna del 2010, cm. 30×20, acrilico su tela

 ancora sotto – La festa è finita, 2008, cm. 140×90, acrilico su tela    a fianco – Untitled, sandalo, 2010, cm. 30×20, acrilico su tela

“Il capolavoro ritrovato – La madre – opera di Domenico Buratti”.

L’Associazione culturale I.Ri.D.E., in collaborazione con CSA Farm Gallery di Torino è lieta di presentare il prossimo evento straordinario:

“Il capolavoro ritrovato – La madre – opera di Domenico Buratti”.

L’appuntamento è per Mercoledì 1 Maggio 2024h. 11 presso la sede di I.Ri.D.E. in Via Principe Amedeo 15 ad Agliè (TO).

Qui potrete ammirare l’opera restaurata “La madre” (1906 – 1910?) di Domenico Buratti, pittore, poeta ed editore di grande talento. La madre ritrae la figura materna di Buratti in un’atmosfera intima e suggestiva, con dettagli ricchi di significato. L’opera è stata restaurata da Sara Stoisa e Annalisa Savio, professioniste esperte nel settore.

Il catalogo critico dell’opera vanta le firme del Prof. Giovanni Francesco Cordero, Antonio Miredi e Sara Stoisa, che offrono una prospettiva unica sull’arte e sulla storia di questa straordinaria opera e dell’autore Domenico Buratti.

In collaborazione con Associazione culturale Filippo Scroppo, Creativity’s Sisters, Sara Stoisa, A.D.A.C. e professionisti del settore, l’esposizione promette di essere un’esperienza coinvolgente e illuminante per tutti gli appassionati d’arte.

Sarà disponibile il catalogo, a cura di Nicozarzi graphic ©

Per prenotare la vostra visita su appuntamento scrivete a: giovannifrancescocordero@gmail.com e immergetevi nell’affascinante mondo dell’arte di Domenico Buratti.

Non perdete l’occasione di scoprire e apprezzare un capolavoro che ha resistito al tempo e che continua a emozionare chi lo osserva.

Vi aspettiamo numerosi per celebrare insieme la bellezza dell’arte!

Passi di seduzione – Opere di Gianna Piacentino

Un breve video sull’attuale esposizione presso CSA Farm Gallery, con le opere di Gianna Piacentino, dal titolo “Passi di seduzione”.

Gianna Piacentino nei suoi dipinti esplora il “richiamo” tra seduzione e sensualità, celebrando l’esperienza umana e invitando alla riflessione sul desiderio e sull’attrazione.

Le sue opere offrono nuove prospettive sulle relazioni umane e sull’identità umana, rappresentando un terreno fertile per l’esplorazione artistica e concettuale.

il link del video: https://www.youtube.com/watch?v=WjbifcNrBeM

NUOVO EVENTO

Dal 7 al 23 Marzo 2024 Dal Mercoledì al Sabato dalle 16.00 alle 19.30

Atelier Bersezio

Via Vanchiglia 36 – int. cortile  – 10124 Torino (IT)

Scritture!

L’uso creativo della scrittura apre nuove possibilità di interpretazione nell’arte contemporanea e così è anche per Gianni Maria Tessari e per Enzo Bersezio.

Nell’arte contemporanea, l’utilizzo della rappresentazione della scrittura ha assunto un ruolo significativo e diversificato. Artisti contemporanei spesso incorporano la scrittura nei loro lavori per aggiungere strati di significato e complessità concettuale alle opere d’arte.

Nell’epoca antica, la scrittura ad ideogrammi e con geroglifici era un sistema di comunicazione complesso e simbolico utilizzato da diverse civiltà per trasmettere informazioni, storie, leggi e credenze. Gli ideogrammi rappresentavano concetti o parole intere attraverso simboli visivi, mentre i geroglifici erano una forma di scrittura complessa utilizzata in particolare nell’antico Egitto.

Nel contesto dell’arte contemporanea, l’uso della scrittura ad ideogrammi e geroglifici può essere interpretato in modi diversi. Alcuni artisti contemporanei si ispirano a questi antichi sistemi di scrittura per esplorare il concetto di comunicazione universale, creando opere che mescolano simboli antichi con elementi moderni.

Altri artisti utilizzano la scrittura ad ideogrammi e geroglifici come forma di critica sociale o politica, riflettendo su temi contemporanei attraverso l’uso di simboli antichi e universali.

Questo tipo di approccio artistico dimostra come la scrittura ad ideogrammi e geroglifici possa essere reinterpretata e reinventata nell’arte contemporanea per esplorare tematiche attuali.

. Gianni Maria Tessari crea intrecci e sequenze di  raffinate “scritture” simboliche;

. Enzo Bersezio elabora scritture alfa-numeriche per rappresentare visivamente concetti matematici complessi attraverso forme e colori astratti.

E’ un bel confronto, questo, tra le opere dell’artista Gianni Maria Tessari e quelle di Enzo Bersezio.

Ideazione progetto e cura di: Marcello Corazzini.

CSA FARM Gallery (by Mauricrenaissanceart) – Via Vanchiglia 36 – int. cortile  – 10124 Torino (IT)

Info: info@csafarmgallery.it   Web:  https://csafarmgallery.wordpress.com/mostra-in-corso/

I due nuovi progetti di CSA Farm Gallery

CSA Farm Gallery ti invita nella Città di Bene Vagienna (CN) per presentare due distinti progetti:

  • Il primo, dal titolo “Paesaggi – Naturali/Immaginari” dedicato al paesaggio, vede protagonisti volti nuovi o già conosciuti dell’arte piemontese e non solo, presso la Chiesa di San Bernardino dei Disciplinanti Bianchi, gli artisti invitati sono:

AGRE Antonio Agresti – Laura Berruto – Enzo Bersezio – Stefano Boschetti – Christian Costa – Marienzo Ferrero – Severino Magri – Bruno Mangiaterra – Joy Moore – Davide Pesce – Gianna Piacentino – Valeria Sangiorgi – Claudio Totoro – Gabriele Zannini.

  • Il secondo progetto, al secondo appuntamento, presenta presso la Cella della Torre Campanaria, le opere di  Severino Magri con il tema “Cavalieri”.

Inaugurazione dei due progetti:Domenica 18 Febbraio 2024

. ore 10 presso la Cella della Torre Campanaria

. ore 10,30 presso Chiesa di San Bernardino dei Disciplinanti Bianchi

Date e orari esposizioni:

18 Febbraio / 24 Marzo 2024

nei giorni festivi h. 10-12/15-18

Presso

Chiesa di San Bernardino dei Disciplinanti Bianchi

e Cella della Torre Campanaria

Eventi realizzati in collaborazione con

l’Associazione Culturale Amici di Bene – Onlus.

CSA Farm Gallery (by Mauricrenaissanceart) – Via Vanchiglia 36 – 10124 Torino (IT)

Ideazione progetto e a cura di Marcello Corazzini.

Info: info@csafarmgallery.it   –   marcello.corazzini@gmail.com

ph: +39 3397796065

Web: https://csafarmgallery.wordpress.com/mostra-in-corso/

www.amicidibene.it

Nuovo evento all’Atelier Bersezio

In questo settimo incontro, presso Atelier Bersezio  e a cura di  CSA Farm Gallery, l’artista Guido Persico  è stato invitato a presentare la propria più recente ricerca artistica che dialogherà con le opere di Enzo Bersezio, offrendoci interazioni inattese. La Carta  è il materiale scelto che li accomuna nella ricerca.

  • Le opere di Guido Persico sono caratterizzate da sovrapposizioni, cancellature, ripensamenti e certezze;
  • Le opere di Enzo Bersezio raccontano il lento trascorrere del tempo.

Nello spazio di CSA Farm Gallery, in contemporanea, una selezione di opere degli artisti già presenti nella mostra dal titolo “Dire…Infinito” presso l’Associazione Culturale Filippo Scroppo. Un opuscolo della mostra è disponibile in galleria.

Articolo su Olimpia in Scena

A Torino si racconta l’Infinito

Opera “La via dello Zen” 2013 di Om Bosser

di GIOVANNI CORDERO 

“Dire… Infinito” presso l’Associazione Filippo Scroppo di Torino

Cinque artisti così diversi ma uniti nel nome dell’arte si confrontano sul tema dell’Infinito e lo fanno senza mescolanza di stili e di poetiche, dove in verità ognuno resta individuale, con gli elementi ispirativi propri, confermando in tal modo non solo la propria cifra personale, ma anche dichiarando il senso dell’amicizia e della stima reciproca, che condividono nel rispetto della libertà per le differenze dichiarate, un sodalizio artistico, un’associazione di servizio e non di tendenza. Dunque, nelle opere in mostra, l’accento viene messo più che sulle prospettive divergenti della ricerca espressiva, maggiormente sull’abbraccio poetico di persone accomunate dagli stessi ideali artistici, e qui e ora il senso dell’Infinito da loro indagato, diventa oltre che testo, un pretesto che va al di la del contesto delle soluzioni formali, molto diverse, presentate. Tutti e cinque cercano un possibile comune denominatore dove ognuno dichiara la sua disponibilità al dialogo che premia l’esuberanza coloristica di Egle Scroppo, il ripiegarsi narrativo di Gianni Maria Tessari, la riflessione concettuale di Enzo Bersezio, la visionarietà di Om Bosser, la lirica astrazione di Laura Berruto. In particolare in senso intensivo e non estensivo e in ordine alfabetico: Enzo Bersezio vede l’infinito nel finito, dove schegge, frammenti del mondo reale sono in grado di aprire a nuove dimensioni psicologiche e riportarci con le loro forme semplificate ed essenziali alle sorgenti dell’essere, dove lo spazio pittorico-scultoreo viene nello stesso tempo riempito e svuotato, invaso e negato. Laura Berruto intende la fotografia non come reportage aneddotico, ma come ricerca estetica: l’inquadratura, la luce, i chiaroscuri, la scelta dei soggetti minimali l’insieme ci restituisce un’immagine che scava negli anfratti più nascosti della realtà per prendere le sembianze trasfigurate di un paesaggio astratto, senza confini. Om Bosser le sue opere raccontano del teatro del tempo che ha perso il volto feroce della distruttività per assumere i lineamenti della meraviglia, della poesia, della continuità e della progettualità dei rapporti interpersonali, una ricerca con chiari intenti di riflessione filosofica sui mondi interiori dell’animo umano, con i suoi stupori e le sue inquietudini. Egle Scroppo crea un altrove smaterializzato dove forme linee, segni, colori  volano senza peso addensandosi in un universo affollato, ma silenzioso che si espande e pulsa oltre lo spazio. Da sempre la sua arte ha le forme dialoganti del linguaggio e della narrazione, sono metafora della complessità e molteplicità di un  mondo senza confini. Gianni Maria Tessari, i suoi dipinti  parlano fondamentalmente della storia e dell’esperienza dell’artista che riconsidera il tempo attraverso le immagini sbiadite della memoria e ne sviscera le più intime qualità poetiche, denunciano la drammaticità del nostro tempo descritta con un originale scrittura e allarmante simbologia .

La mostra ”Dire…Infinito” inaugurerà venerdì 12 gennaio (dalle ore 18 alle ore 20) presso l’Associazione Filippo Scroppo in via Della Rocca 22, sc. A, 1° Piano – Torino.

Sarà visitabile, su appuntamento il mercoledì e il venerdì dalle ore 16,30 alle ore 18,30, dal 12 al 31 gennaio 2024. A cura di Marcello Corazzini, organizzazione Mauric Renaissance Art a.c.

Enti promotori: Associazione Filippo Scroppo – CSA Farm Gallery – Mauric Renaissance Art a.c

Si ringraziano: MAU, Museo di Arte Urbana; MECANIKóS MECANIKóS e Petit Point Poétique; MUDRI, Museo Diffuso di Rittana; Olimpia in Scena.   

Per prenotazioni: 011 837162 – Per informazioni: 011 837162 e info@csafarmgallery.it

“Dire…Infinito”

“Dire…Infinito”

Inaugurazione: Venerdì 12 Gennaio 2024 dalle ore 18.00 alle ore 20.00

Orari mostra: Dal 12/1 al 31/1/2024 – Visite solo su appuntamento al Telef. 011837162 nei giorni di       Mercoledì e Venerdì dalle 16.30 alle 18.30

Dove:Associazione Culturale Filippo Scroppo – Via della Rocca 22 – Scala A – 10123 Torino

La mostra d’arte “Dire…Infinito”, allestita presso la sede dell’Associazione Culturale Filippo Scroppo e curata da CSA Farm Gallery, è il frutto della collaborazione tra le due associazioni culturali che hanno, come obiettivo comune, quello di offrire al pubblico la possibilità di esplorare e apprezzare la bellezza e la profondità dell’arte contemporanea attraverso le opere degli artisti: Laura Berruto – Enzo Bersezio – Om Bosser – Egle Scroppo – Gianni Maria Tessari.

Sarà disponibile un opuscolo a corredo dell’esposizionecon testo critico del Prof. Giovanni Cordero.

Progetto a cura di: Marcello Corazzini 

CSA FARM Gallery (by Mauricrenaissanceart)

Via Vanchiglia 36 – int. cortile  – 10124 Torino (IT)

Grafica: Nicozarzi graphic ©

Info:        info@csafarmgallery.it

F B :       https://fb.me/e/4HH2Osaw7

Web :      https://csafarmgallery.wordpress.com/mostra-in-corso/

Sull’Incontro – Egle Scroppo/Enzo Bersezio

Astrazione e matematica!

E’ un bel confronto, questo, tra le opere dell’artista Egle Scroppo  e quelle di Enzo Bersezio.

La prima, Egle Scroppo, propone la propria più recente ricerca legata al mondo dell’astrazione:

Nelle opere di Egle Scroppo è evidente un fluente turbine di figure, linee e colori intersecantisi.

Prendendo le mosse dall’astrazione,  i suoi personaggi, i suoi stilizzati animali, i suoi oggetti resi quasi irriconoscibili, corrono incessantemente sulla superficie della tela dipinta con una stesura uniforme del colore che lega linee tortuose o rettilinee, figure ed oggetti in un’unica fantasmagorica rincorsa, quasi ad assomigliare al turbine della gran parata finale di uno spettacolo circense. Un’esplosione di colori, suoni e movimenti.

Clown, acrobati, giocolieri e animali esotici si muovono in sincronia lungo la pista, creando un’atmosfera magica e coinvolgente. I costumi sfarzosi e le decorazioni sgargianti aggiungono un tocco di festa e allegria all’evento. La musica trascinante accompagna la parata, mentre il pubblico applaude e si emoziona di fronte allo spettacolo straordinario.

È un momento di pura meraviglia e divertimento, che lascia un’impronta indelebile nei cuori e nella memoria di chi ha avuto la fortuna di assistervi.

Queste sono le opere di Egle Scroppo.

Insomma direi una pittura giocosa, la sua, che riesce sinteticamente a raccontarci, per immagini, la parte “leggera” della nostra umanità.

Enzo Bersezio  nelle sue opere, presenta la sua indagine sui numeri primi:

La relazione tra l’arte astratta, la matematica in generale e i numeri primi in particolare, è un argomento che ha suscitato da sempre l’interesse di matematici, artisti e studiosi.

I numeri primi sono numeri interi che sono divisibili solo per 1 e per se stessi, come ad esempio 2, 3, 5, 7, 11 e così via ed hanno delle proprietà particolari e sono oggetto di studio in matematica da secoli.

Vasilij Kandinskij, ad esempio, considerato uno dei precursori dell’astrattismo, era affascinato dalla geometria e dai numeri e credeva che ci fosse una connessione profonda tra l’arte e la matematica.

Egli sosteneva che i numeri primi avessero un significato estetico e che potessero essere rappresentati attraverso forme e colori.

Alcuni studiosi hanno anche cercato di individuare pattern matematici e strutture geometriche all’interno delle opere astratte, suggerendo che gli artisti astratti potessero essere stati influenzati inconsapevolmente dai principi matematici nella creazione delle loro opere.

A volte alcuni artisti hanno utilizzato la teoria dei numeri primi come fonte di ispirazione per la creazione di opere d’arte, cercando di rappresentare visivamente concetti matematici complessi attraverso forme e colori astratti ed Enzo Bersezio è certamente uno tra questi.

Bersezio, nelle sue opere presenti in mostra, trascrive in lingue diverse una moltitudine di “numeri primi”. E’ una pratica, la sua, consolidata negli anni: fin dai ’70 le sue “stratificazioni di carta” contemplavano duplicazioni numeriche e testuali relative al trascorrere del tempo, alla sua pratica manuale, al suo fare “arte”.  

Enzo Bersezio realizza così l’espressione di un legame intimo tra la meditazione delle pratiche tantriche e la solitudine di un pensiero matematico e schematico intimo, necessario per la costruzione e la crescita di una coscienza spirituale meditativa.

Ideazione progetto e cura di: Marcello Corazzini.

CSA FARM Gallery (by Mauricrenaissanceart) – Via Vanchiglia 36 – int. cortile  – 10124 Torino (IT)Info: info@csafarmgallery.it   Web:  https://csafarmgallery.wordpress.com/mostra-in-corso/

“Uneasiness Places/Luoghi Inquieti © 2”

“Uneasiness Places/Luoghi Inquieti © 2”

Giovedì 9>Sabato 25/11/2023

In ogni luogo ed in ogni tempo artisti, musicisti, scrittori, filosofi, scienziati, poeti hanno dedicato la loro personale ricerca e le loro opere all’inquietudine o ad essa hanno fatto riferimento. L’inquietudine non è una malattia, è conoscenza e crescita culturale e sentimentale. L’inquietudine ricopre e permea chi ama, è inquieto chi è tormentato dalla creatività artistica, chi ha desiderio di conoscenza, chi è pervaso dal dubbio. Inquietudine vuol dire tormento del pensare. E’ inquieto chi è affascinato dal mistero, chi è sedotto dalla vita, chi partecipa ai drammi dell’umanità contemporanea.

L’inquietudine dell’uomo è un sentimento profondo e complesso che deriva dalla consapevolezza della propria esistenza e della propria mortalità.

Essa si manifesta attraverso la ricerca di significato e senso nella vita, la paura dell’ignoto e dell’incertezza, la sensazione di vuoto interiore e di insoddisfazione, l’ansia e lo stress.

L’uomo cerca di colmare questa inquietudine attraverso la conoscenza, la creatività, la spiritualità, le relazioni interpersonali e la realizzazione personale.

Tuttavia, essa rimane una costante nella vita umana, spingendo l’uomo a interrogarsi continuamente sul proprio posto nel mondo e sul significato della propria esistenza.

Gli artisti contemporanei spesso esplorano l’inquietudine attraverso la loro arte, utilizzando vari mezzi espressivi come la pittura, la scultura, la fotografia, la performance e l’installazione.

Molti di loro cercano di rappresentare le emozioni e i pensieri che derivano dall’inquietudine, creando opere che riflettono sul senso di vuoto e di alienazione della vita moderna.

Alcuni si concentrano sulla rappresentazione dell’incertezza e dell’ansia, utilizzando immagini disturbanti e inquietanti per analizzare i conflitti interiori dell’uomo, altri cercano di mostrare l’inquietudine come una forza creativa, che spinge l’uomo a cercare nuove esperienze ed esplorare nuovi territori.

Il progetto espositivo Uneasiness Places/Luoghi Inquieti © è iniziato nel 2016 presentando l’arte al femminile che vedeva coinvolte sei artiste di differenti generazioni, impegnate nell’ambito della fotografia, della pittura e della scultura.

Ora, in questo secondo appuntamento, si propone la ricerca di sei artisti che dedicano la propria indagine artistica nell’ambito della pittura e della scultura.

Gli artisti invitati sono: Stefano Boschetti – Severino Magri – Pietro Meletti – Davide Pesce – Claudio Totoro – Gabriele Zannini.

CSA Farm Gallery (by Mauricrenaissanceart)

Via Vanchiglia 36, int. Cortile – 10124 Torino (IT)